Armand

Isabelle
11.03.2025

Il primo film di Halfdan Ullmann Tøndel, regista e vincitore della Caméra d'Or all'ultimo Festival di Cannes, Armand è stato anche candidato della Norvegia agli Oscar… Uscito in Svezia nell'ottobre 2024, al cinema a partire dal 1 gennaio 2025.

Il film si distingue innanzitutto per una grammatica cinematografica molto raffinata, nonostante la giovane età del regista (34 anni), e per uno stile unico che oscilla tra un lirismo mozzafiato e un incubo angoscioso... Se aggiungiamo a ciò una fotografia magistrale, un lavoro sonoro molto curato e, soprattutto, attori eccezionali, è un film che da vedere assolutamente !

La trama

Due ragazzi di sei anni, Armand e Jon, sono coinvolti in un conflitto, e i genitori vengono convocati urgentemente a scuola per una riunione di crisi. La madre di Armand, una famosa attrice (interpretata da Renate Reinsve), arriva per prima e aspetta l’arrivo degli altri genitori senza conoscere la natura né la gravità dell’incidente. La scuola spera che, grazie a questa convocazione e al dialogo, l'incidente possa essere minimizzato o addirittura sopito, ma ben presto il tono si alza tra i genitori e l'incontro prende una piega inaspettata e irreparabile. La docente neolaureata fatica a gestire le discussioni e a calmare gli animi.

Elisabeth (la madre di Armand) non riesce ad accettare le accuse che le vengono mosse, troppo vaghe e ambigue… Parola contro parola, madre contro madre, le accuse volano e ferite mai completamente guarite si riaprono… si capisce rapidamente che il conflitto va ben oltre ciò che è accaduto (o meno) tra i bambini… il sospetto e la disperazione, i pregiudizi ei pettegolezzi prendono il sopravvento sulla confrontazione tra adulti, che diventano marionette intrappolate in una tempesta infernale di sentimenti contrastanti…

Il regista, Halfdan Ullmann Tøndel

Se si scava un po' nel profilo del regista, il minimo che si possa dire è che ha un patrimonio genetico piuttosto favorevole: nipote di Ingmar Bergman e Liv Ullmann, figlio della scrittrice norvegese Linn Ullmann, un albero genealogico ricco di speranze e che lascia poco spazio al dubbio inizialmente… anche se alcuni esempi celebri si sono infranti lungo la strada…



Formatosi in Norvegia, autore di cortometraggi che hanno già vinto numerosi premi, ha incrociato la strada di un altro grande regista norvegese, di cui è stato sceneggiatore e poi assistente alla regia: Joachim Trier (regista di Oslo 31 agosto, Thelma e La persona peggiore del mondo) per Thelma, uscito nel 2017.
Il suo nome ha certamente contribuito ad attirare l'attenzione su di lui, Halfdan Ullmann Tøndel si distingue comunque chiaramente per i propri meriti e per il carattere unico e originale delle sue creazioni.
Sarà interessante seguire la sua evoluzione come cineasta nei prossimi anni

Un film potente e un’esperienza cinematografica

Armand è un film potente e memorabile, diretto con grande maestria da un regista che gioca tra realismo e onirismo con un’abilità davvero notevole. Un film che si inserisce in un registro particolare del cinema norvegese, dove i generi si mescolano e mettono alla prova tutti i nostri codici abituali di comprensione… È Joachim Trier con il suo Thelma a metà strada tra fantastico e thriller, è Eskil Vogt con Les innocents tra dramma fantastico e film dell’orrore psicologico, è Thea Hvistendahl con Hantering av de odöda tra soprannaturale e poesia. Lo spettatore è scosso per tutta la durata del film, non ha un attimo di respiro, vive un'esperienza cinematografica rara, è un film che resta impresso nella mente proprio perché sfugge a tutti schemi e ammalia letteralmente lo spettatore.



È sorprendente e intrigante vedere come si permetta di prolungare alcune scene, oltre il limite del ragionevole e della zona di comfort dello spettatore, per entrare in un territorio in cui nessuno vuole veramente trovarsi: quello del disagio e dell’imbarazzo. Forse è questo un punto in comune con un altro regista svedese, Reuben Östlund, ma nel caso di quest'ultimo si tratta più di provocazione, mentre qui si tratta di una sorta di crollo o disgregazione mentale progressiva e necessaria...
A un certo punto, la madre di Armand inizia a ridere nervosamente in un momento molto inappropriato e non riesce a fermarsi per circa cinque minuti, gli altri restano in silenzio e questo aumenta il senso di disagio, si scivola lentamente verso una forma di follia... dove tutte le certezze svaniscono, e si è totalmente incapaci di cogliere un qualsiasi significato.



Ogni dettaglio è accuratamente pensato per costruire un racconto denso, a tratti con atmosfere da thriller: l’allarme antincendio che si attiva in modo casuale, i sanguinamenti dal naso ricorrenti della responsabile del personale, la pioggia battente che crea un’atmosfera da fine del mondo, ma soprattutto un dettaglio cruciale: non vediamo mai Armand e Jon, i due bambini di cui si parla durante tutta la riunione … in alcuni momenti ci si può chiedere se si tratta di bambini o di fantasmi …

La protagonista, Renate Reinsve, è straordinaria!

Le performance degli attori sono naturalmente al centro del film, che si svolge principalmente in una piccola aula, in un ambiente chiuso, ognuno dà la sua migliore interpretazione. In particolare Renate Reinsve, nel ruolo di Elisabeth, ha diverse scene in cui può veramente esprimere tutta la gamma dei suoi talenti.

Renate Reinsve è l'attrice di La persona peggiore del mondo di Joachim Trier, per il quale ha ricevuto numerosi premi di interpretazione, tra cui uno a Cannes. La sua apparizione, prima al volante della sua auto e poi nei corridoi della scuola, con il suo impermeabile con cappuccio rosso, il rumore dei suoi tacchi alti sul pavimento della scuola, il personaggio è lì, con tutta la sua forza ma anche con le sue numerose ferite e fragilità…
Interpreta Elisabeth, una madre in piena crisi e vedova da poco, che ora cresce suo figlio Armand da sola : "è un'attrice e si circonda di dramma", dice la madre di Jon nel film, i è l’opposto dei genitori "tradizionali". Si ritrova, di volta in volta, nel ruolo dell'attrice manipolatrice, del capro espiatorio e della vittima, i ruoli si confondono e quando non è più possibile esprimere a parole le emozioni Elisabeth, impotente, inizia a danzare e ci regala coreografie tanto potenti quanto inaspettate. Senza di lei, il film non avrebbe la stessa intensità e il regista ha ammesso di aver costruito il film attorno al suo personaggio.

Per vedere un'anteprima dei suoi numerosi talenti, puoi guardare il trailer qui sotto: